Con sentenza depositata ieri 16 novembre, la Corte di Cassazione a sezioni unite fa chiarezza sulla interpretazione degli artt. 342 e 434 c.p.c.
In quanto depositata ieri, la sentenza non è ancora massimata, ma i principi che se ne possono evincere sono i seguenti:
- la riforma normativa del 2012 si è limitata, in sostanza, a recepire gli approdi cui era giunta fino a quel momento la giurisprudenza della Suprema Corte, "rendendone certa ed efficace la sanzione processuale";
- l'art. 342 c.p.c. non richiede un "vacuo formalismo", ma esige che nell'atto di appello siano specificati i capi della sentenza impugnata e le ragioni correlate e alternative rispetto a quelle che sorreggono la pronunzia;
- l'atto di appello non deve essere strutturato come una sentenza o contenere un progetto di alternativo di decisione
- è una regola generale quella per cui le norme processuali devono essere interpretate in modo da favorire, per quanto possibile, che si pervenga ad una decisione di merito.
Sentenza